Pubblicato da: Tecnico Informatico Verona | 31/12/2012

Apple, Mac e Siri: nomi gettonati per un bimbo

Apple, Mac e Siri spopolano fra i genitori oltreoceano come nomi per i nascituri del 2012: lo rivela una curiosa ricerca di BabyCenter

iDad TIV Tecnico Informatico Verona Computer Mac PC Assistenza Riparzione Reti ADSL Siti Web

Dopo che lo scorso anno un bambino è stato chiamato Facebook in onore del cambiamento egiziano, dove proprio il social network ha giocato un ruolo fondamentale, ci si aspetta di tutto. E non è un caso, così come BabyCenter nuovamente sottolinea, che alla nascita di un bambino non venga più associato un fiocco rosa o azzurro, bensì un hashtag Twitter (nel weekend appena trascorso, ad esempio, #Jameson ha vinto la gara dei nuovi nati di fine novembre). Fortunatamente, però, ancora nessuno ha deciso di chiamare il proprio pargolo iPhone – magari numerando in iPhone 4 e iPhone 5 i fratellini – e la lista continua a essere dominata da Sophia, Emma e Olivia per le bimbe e Aiden, Jackson e Ethan per i bimbi.Mac è scelto esclusivamente per i maschietti, mentre Apple e Siri paiono essere più indicati per le femminucce. Una scelta un po’ avventata da parte dei genitori, poco lungimiranti degli effetti che questi nomi potranno avere sulla vita e la crescita dei pargoli. Condividere lo stesso appellativo con un computer supersottile o con un’assistente vocale dalla voce robotica e dallo humor nero, non è di certo la massima aspirazione a cui può puntare un giovane adolescente in un gruppo di pari, dove scherno e bullismo si verificano per molto meno. Ma, stando alle dichiarazioni di Linda Murray di BabyCenter, testata dedicata al mondo dei neonati, vi sarebbero ragioni più profonde alla base di questa scelta. C’è la voglia di differenziarsi dal comune, un desiderio di attribuire significati pregni al nome che accompagnerà la vita del proprio figlio. Un intento positivo, di cui però si è sbagliato il mezzo: perché ricercare unicità in un marchio di massa? 

La fedeltà e la soddisfazione degli utenti Apple è un fatto di cui poche altre aziende possono pregiarsi. Ma l’entusiasmo deve aver di certo passato il segno, visto il curioso report diramato da BabyCenter: nel 2012, sempre più persone hanno chiamato i loro bambini Apple, Mac e Siri. Ecco come nasce la prima generazione di iBaby. 

Certo, non arrivano al top della classifica dei nomi più gettonati per quest’anno che volge al termine, dove nelle prime posizioni figurano appellativi classici – e si permetta di dire normali – per i nascituri. Allo stesso tempo, però, il numero di Mac e Apple registrati all’anagrafe oltreoceano aumenta del 15%, mentre Siri fa un piccolo balzo in avanti del 5%.

Pubblicato da: Tecnico Informatico Verona | 24/12/2012

Google attacca l’advertising di Facebook

Facebook Facebook Tecnico Informatico Verona Computer Mac PC Assistenza Riparzione Reti ADSL Siti Web
Facebook Tecnico Informatico Verona Computer Mac PC Assistenza Riparzione Reti ADSL Siti Web
Bradley Horowitz, uomo chiave del social network Google+, punta il dito contro la formula adottata da Facebook per l’advertising.

Il raggiungimento di traguardi come il miliardo di account attivi ha permesso a Facebook di dominare fino a oggi l’ambito social network, un terreno però in continua evoluzione e che nei prossimi anni potrebbe riservare ribaltoni al vertice. È quanto spera bigG, che con la piattaformaGoogle+ lanciata nel giugno 2011 ha gettato il proprio guanto di sfida al colosso di Mark Zuckerberg. Il divario che separa i rispettivi bacini d’utenza è ancora ben lontano dall’essere colmato, ma la rivalità fra i due progetti si fa sempre più accesa, come dimostrano le parole di Bradley Horowitz. L’uomo chiave di Google+ ha rilasciato un’intervista alla redazione di BusinessInsider nella quale affronta un argomento tanto importante quanto spinoso nel mondo del Web 2.0: l’advertising. Nessuna dichiarazione diplomatica, nessun timore di affrontare a viso aperto il concorrente nonostante il gap da colmare in termini numerici. Quello di Horowitz è un attacco frontale al social network in blu.

Le pubblicità su Facebook possono essere paragonate a qualcuno che, con un chiosco di sandwich, interrompe la conversazione tra due persone per cercare di vendere loro del cibo. Se sto cercando di comunicare in quel sacro spazio che è la connessione sociale non importa se mi piacciono i sandwich, non importa se adoro mangiarli con la senape, quello è il momento sbagliato per propormi di acquistarlo.

Un accostamento forte ma efficace, che punta ovviamente il dito contro la pratica attuata da Facebook di includere le inserzioni nello stream di aggiornamenti che gli utenti ricevono dai propri contatti. L’approccio di Google, secondo Horowitz, è totalmente diverso: anziché mischiare le pubblicità ai messaggi generati dagli amici, l’advertising di bigG punta tutto sulle loro raccomandazioni tramite il pulsante +1, mettendo in risalto un risultato piuttosto di un altro quando l’utente esegue una ricerca. 
Se la crescita di Google+ può essere definita soddisfacente almeno dal punto di vista prettamente numerico, con oltre 100 milioni di account attivi su base mensile, la strada da percorrere per insidiare Facebook è ancora molto lunga. La piattaforma dovrà innanzitutto evolvere in una forma maggiormente “user-friendly”, cioè puntando di più sull’interazione diretta fra i suoi iscritti. Un limite che è la stessa azienda di Mountain View a riconoscere con un esempio piuttosto esplicativo. 
Siamo soddisfatti dei progressi registrati, ma Google+ non è ancora il posto prediletto dagli utenti per augurare buon compleanno ai propri amici.

Pubblicato da: Tecnico Informatico Verona | 19/12/2012

Bip Mobile: nuova tariffa da 1cent/minuto

Il nuovo operatore “virtuale” torna all’attacco con una nuova tariffa destinata ad attrarre moltissimi utenti: telefonate a 1 centesimo al minuto, più scatto alla risposta.
Se ne è parlato per mesi, l’attesa per il primo operatore low-cost italiano era altissima, ma alla fine Bip Mobile ha lasciato un po’ l’amaro in bocca per via di tariffe che, pur ottime sul versante di fonia, si sono dimostrate in realtà allineate agli altri per quanto concerne i dati. Ma il nuovo operatore virtuale non ha intenzione di arrendersi così presto ed è ancora pronto a battagliare attivamente al fine di accaparrarsi quanti più utenti possibili.
Nelle ultime ore Bip Mobile ha annunciato in via ufficiale che in questi giorni sarà possibile acquistare la Bip Card 1 cent Christmas Edition, una SIM prepagata attraverso la quale sarà possibile chiamare ad un centesimo al minuto tutti i numeri di telefono nazionali, senza preoccuparsi dell’operatore. La SIM avrà uncosto di 10 euro: 5 euro saranno necessari per l’attivazione e gli altri 5 saranno gli euro destinati al traffico telefonico effettivo.
Lo scatto alla risposta applicato sarà di 16 centesimi, la tariffazione sarà a scatti anticipati di 30 secondi e il costo degli SMS resterà fermo a quota 12 centesimi; ricordiamo che la SIM, sulla quale nessuno vi impedirà di attivare altre offerte dell’operatore, sarà utilizzabile esclusivamente su telefonini dotati di connettività UMTS, poichè Bip Mobile si “appoggia” su rete 3 Italia.
Bip Card 1 cent Christmas Edition sarà venduta fino ad esaurimento scorte.
Pubblicato da: Tecnico Informatico Verona | 17/12/2012

Pontifex: il nome del Papa su Twitter

Tweeter Vaticano Papa Tecnico Informatico Verona
Benedetto XVI è sbarcato su Twitter con un account personale, @Pontifex, in otto lingue compreso l’arabo. Nessun tweet, ma già migliaia di followers.Twitter Papa Tecnico Informatico Verona Computer Mac PC Assistenza Riparzione Reti ADSL Siti Web

Nessun tweet, al momento, e following che sono semplicemente gli altri account in diverse lingue, ma già cinquemila followers in poche ore per quello italiano. Un trend che crescerà senza dubbio a vista d’occhio sul social network dei 140 caratteri, nei quali anche il vescovo di Roma potrà esercitarsi.


Come preannunciato alcuni giorni fa, il Papa è sbarcato su Twitter con un account personale: per i suoi followers d’ora in avanti sarà @Pontifex, con diverse versioni a seconda della lingua (in italiano è @Pontifex_it). Un nome più semplice, immediato, rispetto alle ipotesi trapelate nei giorni scorsi, ma pur sempre in latino. Lingua ufficiale dello Stato del Vaticano.

@Pontifex_it è l’account ufficiale di Benedetto XVI su Twitter.

Un luogo che padre Antonio Spadaro, gesuita, direttore di Civiltà cattolica ed esperto di comunicazione digitale, pensa possa essere particolarmente adatto proprio alla lingua degli antichi romani, data la sua naturale concisione:

E’ proprio così: il LATINO è perfetto per TWITTER: conciso, fulmineo, ritmico: Flumina pauca vides de magnis fontibus orta…
In una recente intervista, il religioso ha fortemente sponsorizzato questa scelta:
I messaggi di senso passano anche attraverso i social-network. Cioè luoghi di riflessione, considerazione e condivisione di valori, idee, momenti di vita. Infatti nei social network le persone condividono la vita, i desideri migliori e anche quelli peggiori, le domande, le risposte. E tanti leader religiosi sono già su Twitter. Quindi, direi che è normale che il Papa abbia un account che faccia riferimento a lui. Direi quasi che, in fondo, il 3 dicembre 2012 si connette idealmente al 12 febbraio 1931, quando Pio XI lanciava il suo primo messaggio via radio.
Respinta la possibile critica che lo sbarco su Twitter sia soltanto una moda del momento, un account del genere su Twitter, di un potente capo religioso, caratterizza senza dubbio questo social, e sarà interessante osservare come verrà sfruttato per il messaggio evangelico.
Ma una cosa è certa: se gli antichi autori della Bibbia (in particolare l’antico testamento) avessero avuto Twitter, non avrebbero faticato ad utilizzarlo. La maggior parte dei passi fondamentali è composta da versetti sorprendentemente vicini alla lunghezza di un cinguettìo in Rete.

www.tecnicoinformaticoverona.it

Fonte:http://www.webnews.it/2012/12/03/pontifex-il-nome-del-papa-su-twitter/

Pubblicato da: Tecnico Informatico Verona | 10/12/2012

SAR: quanto sono pericolosi gli smartphone?

L’indice SAR fornisce un’indicazione sulla pericolosità delle onde elettromagnetiche prodotte dai cellulari. In linea con le norme i principali produttori.
Smartphone
Smartphone Tecnico Informatico Verona Computer Mac PC Assistenza Riparzione Reti ADSL Siti Web
Cellulari: pericolosi per la salute oppure no? Una domanda, questa, alla quale non si è ancora riusciti a fornire una risposta e che forse dovrà attendere ancora a lungo affinché i test possano condurre alla verità. La petizione di Innocente Marcolini è l’occasione più opportuna per tornare a valutare lo stato dei fatti, poiché è sui numeri che occorre ragionare per interpretare statistiche e ricerche sul campo.
Mentre le ricerche si sovrapponevano generando più che altro confusione attorno alle evidenze raccolte, gli enti che si occupano di sanità hanno deciso di correre temporaneamente ai ripari, individuando quantomeno un parametro in grado di fornire una stima indicativa circa l’impatto che le onde elettromagnetiche possono avere sulla salute: trattasi dello Specific Absorption Rate (SAR), un indicatore del livello di aggressività dei dispositivi elettronici nei confronti delle regioni del corpo con le quali sono a contatto durante l’utilizzo.
Il SAR, misurato in Watt per chilogrammo, è quindi un indice di quanto un particolare dispositivo può rivelarsi pericoloso per la salute. Un elevato valore di tale parametro per uno smartphone o un cellulare sta a rappresentare quindi un pericolo maggiore per l’incolumità dell’utente, motivo per cui sono stati definiti limiti massimi cui i produttori devono attenersi per poter mettere piede nel mercato della telefonia: in Italia, ad esempio, il valore massimo consentito è pari a 2 Watt al chilogrammo per 10 grammi di tessuto, mentre negli USA si scende a 1,6.

Da diverso tempo i principali produttori hanno dimostrato particolare attenzione alla problematica, in parte anche perché spinti dagli enti governativi a rientrare nei canoni previsti dalla legge per poter immettere nuovi device sul mercato. Si scopre così che l’iPhone 5 di Apple, ad esempio, ha un indice SAR di 0,901 W/Kg, compiendo un nuovo passo in avanti rispetto ai precedenti modelli (0,988 per l’iPhone 4S, 0,930 per l’iPhone 4).L’indice SAR è legato a grandezze quali il campo elettrico generato dalla sorgente, la densità del tessuto e dalla conduttività elettrica del materiale utilizzato, ed indica quindi il tasso di assorbimento del corpo umano sotto l’azione del campo elettromagnetico prodotto da una sorgente (ad esempio l’antenna di uno smartphone). Tale parametro è utilizzato non solo nella telefonia mobile, ma anche ad esempio nel campo della sanità per misurare l’impatto di esami di risonanza magnetica, e rappresenta un indicatore da tenere sicuramente in considerazione durante l’acquisto di un nuovo cellulare. Il suo valore è fortemente connesso poi alla regione del corpo che si intende analizzare: per lo stesso dispositivo, infatti, l’indice SAR può variare a seconda che si analizzi il viso piuttosto che un’altra zona.

In linea con l’azienda di Cupertino anche il Lumia 800 di Nokia (0,940 W/Kg per ogni 10 grammi di tessuto), così come il Lumia 920 (1 W/Kg). Risultati ancora migliori per Samsung, che con il suo Galaxy S III è riuscita a raggiungere un valore pari a 0,55 W/Kg, lo stesso registrato dalNexus 4 di LG, mentre il RAZR Maxx di Motorola rappresenta uno dei peggiori device di fascia alta in tal senso con 1,45 W/Kg. Il peggiore in assoluto tra quelli monitorati dal SAR Database è invece l’HTC Shift, con un indice pari ad 1,9 che sfiora il limite massimo italiano e sfora invece i parametri richiesti dal mercato USA.

Pubblicato da: Tecnico Informatico Verona | 03/12/2012

Motorola HC1, il computer va sulla testa

Motorola ha presentato HC1, un headset tuttofare che intende sfidare Project Glass e gli altri nomi in arrivo nel settore della tecnologia da indossare.
Se Google ha dato il “La” ad un nuovo segmento del mondo tecnologico con Project Glass, non si sono fatte attendere le risposte da parte di altre aziende. Tra queste non poteva mancare Motorola, per certi versi legata al colosso di Mountain View in seguito al passaggio verso la California del ramo mobile. Questa volta è tuttavia Motorola Solutions a sfornare un’interessante novità: trattasi di HC1, un computer indossabile che per ora è soltanto una dimostrazione di quello che potrebbe un giorno divenire un gadget largamente diffuso.
Con HC1 Motorola intende quindi da un lato illustrare le potenzialità della tecnologia da indossare, dall’altro invece iniziare a tastare il polso ad un mercato ancora agli albori. Il primo modello presentato al pubblico è costituito quindi da un headset che consente di eseguire svariate operazioni senza l’utilizzo delle mani, grazie ad appositi sensori per ilriconoscimento vocale e l’interpretazione di alcune gesture da eseguire con la testa. Il tutto, mettendo a disposizione funzioni avanzate che vanno dalla consultazione di contenuti audio e video all’accesso ad informazioni di vario genere.
HC1, come detto, è ancora in fase sperimentale e non ancora pronto per l’ingresso sul mercato. La realizzazione di un’edizione finale è infatti ancora lontana ed anche allora non potrà essere un accessorio di facile reperimento sugli scaffali dei negozi di elettronica: il segmento del mercato cui si rivolge è infatti quello business, con prezzi per unità che potranno oscillare tra i 4000 ed i 5000 dollari.Paul Steinberg, CTO di Motorola Solutions, ne ha infatti illustrato i campi di applicazione: dal settore militare a quello delle telecomunicazioni, passando per semplici contesti quotidiani e non che vedono in HC1 un comodo alleato per avere a disposizione strumenti tecnologici di alta potenzialità laddove i tradizionali computer non rappresentano la soluzione migliore. Il nuovo prodotto targato Motorola è inoltre in grado di collegarsi ad altri dispositivi mediante Bluetooth, di accedere alla rete viaWi-Fi, di utilizzare una rete dati e di effettuare chiamate. Il tutto, attraverso un piccolo display che ha l’obiettivo di simularne uno da 15 pollici di diagonale.


Pubblicato da: Tecnico Informatico Verona | 26/11/2012

Linkedin mostra il profilo migliore

LinkedIn annuncia la riprogettazione della pagina di profilo per migliorare la gestione delle informazioni ed il coinvolgimento della community.
LinkedIn, il social network professionale più noto al mondo, ha svelato agli utenti le caratteristiche della nuova pagina di profilo che andrà a promulgare nei prossimi giorni all’intera community. Trattasi di un ripensamento generale della pagina per renderla più appetibile ed utile, così da invogliare all’approfondimento della singola professionalità incoraggiando il coinvolgimento.
Il profilo non è stato attivato automaticamente su tutti gli account, ma lo sarà presto: chiunque intenda velocizzare la procedura può farne esplicita richiesta attraverso l’apposito modulo informativo che dovrebbe comparire in queste ore sulla pagina di esempio citata nei paragrafi successivi dopo aver operato il login sul proprio account.
La nuova pagina di LinkedIn persegue tre obiettivi su tutti: consentire all’utente diraccontare davvero la propria storia, estendendo così il concetto di “curriculum” per trasformarlo in qualcosa di più concreto e comprensibile; consentire all’utente discoprire persone ed opportunità, così che il social network possa rivelare nuove dinamiche che vadano oltre la semplice descrizione di sé stessi e della propria storia; consentire all’utente di vivere un maggior coinvolgimento con il proprio network, stimolando gli scambi e le conoscenze per far emergere nuove opportunità. 
Durante la presentazione, il gruppo ha snocciolato una serie di numeri utili a dimostrare come la massa di utenti ed attività che circondano LinkedIn continui ad aumentare con costanza, il che rende la community una vetrina ed un contesto particolarmente proficuo per chi sta cercando di investire sulla propria professionalità alla ricerca di nuove attività, nuove opportunità e nuovi contatti. Nel giro di 3 anni il numero di utenti è passato da 32 milioni a 175 milioni ed oggi il social network è sempre più visitato anche in mobilità.Per toccare con mano quali siano i risultati di un cambiamento di questo tipo è sufficiente visitare l’apposita pagina di esempio prodotta da LinkedIn, ove vedere dal vivo le conseguenze del redesign. Una rivoluzione? No, ma un’utile evoluzione: una riorganizzazione generale che offre un design rinnovato, una pagina più pulita ed un impatto generale migliore nella struttura e nei dettagli. La nuova pagina focalizza al meglio le informazioni, evitandone la dispersione antecedente ed elaborando i dati per rendere più intelleggibile la natura del proprio network professionale. Attività, esperienza, interessi ed altre caratteristiche vengono così convogliati in appositi box e l’ordine della pagina consente un colpo d’occhio migliore sulle informazioni ritenute più interessanti.
LinkedIn crede di poter migliorare ulteriormente il proprio servizio e promette agli utenti di “lavorare” per loro anche quando non sono collegati. Migliorare il proprio profilo consentirà ora di mostrare il proprio profilo migliore, cercando su LinkedIn quelle dinamiche che social network quali Facebook e Twitter non sono in grado di sviscerare.

Pubblicato da: Tecnico Informatico Verona | 19/11/2012

“Lo stato di Internet” non è l’Italia

Akamai Technologies pubblica il nuovo rapporto sullo stato di Internet nei paesi europei: l’Italia ne esce a testa bassa.
“State of the Internet”, “Lo stato di Internet”, è questo il nome del nuovo rapporto pubblicato oggi da Akamai Technologies: un report che fotografa le condizioni della Rete, delle infrastrutture dedicate alla connettività e le abitudini degli utenti di tutto il mondo. Lo studio fa riferimento al secondo trimestre 2012 e i dati riguardanti il nostro paese sono tutt’altro che rassicuranti.
L’Italia si piazza al nono posto in una classifica di cui andare poco fieri, ovvero quella relativa al numero di attacchi informatici, con il 2,1% in crescita rispetto all’1,9% del Q1 2012. A guidare questa particolare chart è la Cina (16%), seguita da Stati Uniti (12%) e Turchia (7,6%).
Pessime notizie in ambito banda larga: l’Italia frena nel secondo trimestre dell’anno, stabilizzando la quota di cittadini con accesso a linee veloci al 28%. Solamente il 2,6% dispone di una connessione high broadband, ovvero da oltre 10 Mbps. Servono dunque investimenti mirati e potenziamento delle infrastrutture, per uscire da una situazione stagnante che vede alcune zone ancora afflitte dalla piaga del digital dividePer quanto riguarda la penetrazione di Internet, si parla di un aumento del 10% circa in dodici mesi nel volume di IPv4 unici registrati, 665 milioni in totale provenienti da 242 paesi. Considerando che un indirizzo IP può essere condiviso da più utenti, il numero di persone connesse alla piattaforma di Akamai risulta superiore al miliardo. Parte della crescita è dovuta anche all’utenza italiana, aumentata addirittura del 25% in un anno e del 6% in soli tre mesi.
Scende del 3% in tre mesi (e del 4% in un anno) la velocità media del servizio sul nostro territorio, ferma a 4 Mbps e molto lontana dai valori di paesi come Svizzera (8,4 Mbps), Olanda, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia. Il picco medio più altro spetta alla Romania, con 38,6 Mbps. Non va molto meglio nemmeno in ambito mobile, con i network messi a disposizione dagli operatori telefonici che offrono una banda media compresa tra 1,8 e 3,09 Mbps, a fronte di velocità dichiarate di gran lunga maggiori.



Pubblicato da: Tecnico Informatico Verona | 12/11/2012

Xbox SmartGlass: l’abbiamo provato


Abbiamo provato Xbox SmartGlass, l’applicazione che consente di controllare la Xbox tramite il proprio smartphone.

Da poche ore è possibile scaricare dal marketplace per applicazioni Windows Phone la nuova applicazione Xbox SmartGlass. Microsoft descrive così la novità:
Xbox SmartGlass mette in comunicazione il tuo Windows Phone con la tua console Xbox 360 per offrirti ricche esperienze interattive e contenuti unici relativi a ciò che stai guardando o riproducendo, proprio sul dispositivo che hai in mano. Interagisci con i tuoi programmi tv, film, brani musicali, sport e giochi preferiti e porta il telecomando a un livello del tutto nuovo.
La nostra prova è stata effettuata su Xbox 360 di prima generazione e Nokia Lumia 710. L’applicazione è disponibile a titolo gratuito e può essere scaricata fin da subito in versione 1.3.0.0 (3MB); sarò disponibile a breve anche per iOS ed Android.

La prova

A seguito dell’installazione, l’icona non sarà caricata nell’elenco delle applicazioni tradizionale, ma sarà conservata sotto l’hub Xbox al fianco degli altri giochi scaricati. Per poter eseguire l’applicazione è necessario anzitutto effettuare il collegamento tra lo smartphone e la console: è sufficiente avere una Xbox accesa e connessa al profilo Xbox Live ed al contempo cliccare sull’apposito pulsante di connessione che l’applicazione presenta fin dalla sua prima schermata.
Xbox SmartGlass consente un’esperienza fluida, benché serva qualche minuto di allenamento prima di comprendere al meglio come scorrere tra le varie schermate e tra i vari elementi della schermata. Il controllo dello schermo ha di per sé qualcosa di sorprendente, estendendo già a sensazione istintiva i margini di potenzilae che la Xbox trasmette. Come da indicazioni Microsoft, l’applicazione consente di:Una volta eseguita la connessione, è possibile andare sulla dashboard e portare l’app in modalità “telecomando”: lo schermo si oscurerà completamente presentando i pulsanti B (rosso), X (blu) e Y (giallo) in tre angoli dello schermo; la parte centrale diventa invece di fatto il trackpad con cui controllare l’interfaccia della console sia mediante spostamento del cursore (tramite trascinamento del dito sullo schermo), sia mediante selezione degli elementi (un semplice tap nella parte centrale del display dello smartphone, a cui farà seguito una piccola vibrazione a conferma del click).
  • esplorare la console Xbox 360 toccando e scorrendo con le dita
  • utilizzare la tastiera del telefono per digitare testi sulla console Xbox 360
  • esplorare il Web sulla console Xbox 360, utilizzando la tastiera e le funzioni di zoom
  • riprodurre, sospendere, far avanzare, riavvolgere e interrompere video e brani musicali sulla console
  • eseguire ricerche nel catalogo completo Xbox di musica, video e giochi
Per poter accedere al servizio SmartGlass è necessario possedere un abbonamento Xbox (gratuito). Alcune funzioni, quali Internet Explorer, sono accessibili solo per coloro i quali sono in possesso di abbonamento Gold (a pagamento).
Il controllo dell’interfaccia tramite il controller tradizionale appare più rapido, ma al tempo stesso più limitato. Lo smartphone introduce una tastiera ed apre al controllo di un maggior numero di funzioni. SmartGlass, insomma, è qualcosa di più, qualcosa che non sostituisce il controller, ma che offre un complemento. Sarà di sicura utilità per chi non vorrà considerare la Xbox come una semplice console, e vorrà adottarla come vero e proprio media center casalingo. Cosa in cui Microsoft spera per poter estendere ulteriormente la porta dei proprio Xbox Music ed Xbox Video.

Tecnico Informatico Verona

Leggi tutto: http://www.webnews.it/2012/10/26/xbox-smartglass-labbiamo-provato/#ixzz2AfoHaBT8

Pubblicato da: Tecnico Informatico Verona | 05/11/2012

Apple alza il prezzo delle app. Anche in Italia

Modifiche ai prezzi minimi degli App Store in Europa: le applicazioni passano da un minimo di 79 centesimi di euro a 0,89 €.
Apple ha iniziato ad apportare modifiche al prezzo base delle applicazioni disponibili su App Store in diversi Paesi europei, Italia compresa. Mentre una volta era possibile acquistare un contenuto a 0,79 €, adesso il prezzo minimo sarà di 0,89 €. Dieci centesimi di euro in più per ogni app distribuita ai clienti di iPhone, iPad e iPod Touch.
In base a quanto riportato da MacStories, tale cambiamento influenzerà gli App Store di Italia, Spagna, Paesi Bassi, Portogallo, Grecia, Polonia, Germania, Francia, Belgio, Austria, Repubblica Ceca, Danimarca, Lussemburgo, Ungheria e Russia. I clienti europei che risiedono in tali territori dovrebbero iniziare a vedere i nuovi prezzi minimi proprio in queste ore.Klik hier!
Il report spiega inoltre che Apple potrebbe anche aver aumentato i livelli di commissione agli sviluppatori, che pare passeranno dal 30% al 40%. In alcuni casi, pare che tale percentuale venga arrotondata anche al 41%. Vi sono diversi fattori da considerare per un cambiamento del genere: innanzitutto, l’eurozona sta vivendo un momento di grave crisi economica e l’euro non è forte come un anno fa, di conseguenza anche i tassi di cambio sono cambiati in maniera significativa in questo lasso di tempo. Inoltre, fattore da non sottovalutare, in alcuni Paesi come l’Italia e l’Olanda l’IVA è passata dal 19/20% al 21%, e dunque Apple starebbe regolandosi a tali modifiche.
In definitiva, i nuovi cambiamenti in casa di Cupertino faranno sì che la clientela paghi un po’ di più per ogni contenuto acquistato in App Store, e che gli sviluppatori guadagnino leggermente meno dalle vendite delle loro applicazioni. La società guidata da Tim Cook ha anche iniziato a sostenere le valute locali per i diversi mercati: adesso gli indiani pagheranno in rupie e non in dollari, così come gli indonesiani; gli abitanti dell’Arabia Saudita pagheranno con i riyal, i sudafricani con il rand e così via.

« Newer Posts - Older Posts »

Categorie